Osservazione domanda 12

Con la normativa attuale il presidente della Provincia è eletto da una maggioranza del Consiglio provinciale. Per formare la nuova Giunta egli cerca gli assessori fra i consiglieri provinciali, e la nuova Giunta è eletta anch’essa da una maggioranza del Consiglio. Dunque il potere della Giunta è fondato sulla maggioranza in Consiglio. Il prezzo della stabilità così ottenuta è che la Giunta rappresenta solo questa maggioranza, equivalente a circa un terzo degli elettori. Inoltre una squadra che deve la sua esistenza alle scelte del capo, è sotto continua pressione per essergli leale in tutte le decisioni. Tale modo di formare la Giunta è espressione di una concezione gerarchica (piramidale) della politica, che ha concentrato il potere sempre più in mano alla Giunta stessa. In questo sistema il potere è il premio della vittoria nello scontro fra partiti in concorrenza. Gli sconfitti sono tendenzialmente esclusi dalle decisioni fondamentali, in conseguenza del reciproco sostegno fra Giunta e maggioranza consiliare. Da notare che gli sconfitti costituiscono in genere quasi la metà dell’aula. Invece l’elezione diretta della Giunta provinciale obbligherebbe automaticamente i suoi componenti a cercare il consenso, cioè soluzioni in grado di mettere d’accordo diversi orientamenti politici – perché la Giunta sarebbe espressione non della maggioranza in Consiglio provinciale, ma di un sistema elettorale che permette una scelta trasversale fra candidati di diversi partiti. È chiaro che normalmente le decisioni di una tale Giunta possono essere condivise da una più ampia parte dell’elettorato. Ma i suoi componenti devono essere capaci di raggiungere un vasto consenso.

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