IL MANIFESTO DELLA DEMOCRAZIA DI DOBBIACO

LA DEMOCRAZIA CHE VOGLIAMO!

Vogliamo vivere bene oggi – e in futuro. Per questo abbiamo bisogno della democrazia.

Una democrazia con la quale possiamo lavorare tutti insieme per garantire un buon clima tra di noi e nella natura. Se la democrazia rimane quella esistente e incompleta, allora c’è il rischio di involuzioni autoritarie.

Vogliamo una democrazia in cui la varietà della natura e le differenze fra le persone siano tra i valori più alti. Solo nella diversità e nella differenza possiamo trovare un percorso comune per una buona vita per tutte le persone e per tutto ciò che vive in questo mondo. La democrazia esistente invece serve gli interessi di pochi e impoverisce le persone e la natura.

Non vogliamo una democrazia in cui una minoranza domini una maggioranza oppure una maggioranza domini una minoranza. La moltitudine di minoranze che siamo e alle quali apparteniamo dovrebbero avere l’opportunità e imparare a coordinarsi continuamente tra loro, come i musicisti in un'orchestra che accordano i loro strumenti l'uno con l'altro. Questa non è un'utopia! Le assemblee cittadine sorteggiate mostrano su piccola scala ciò a cui la società dovrebbe aspirare su larga scala. Vogliamo una democrazia che non rinunci mai a includere le persone. La democrazia esistente invece esclude molte persone.

Vogliamo una democrazia in cui i cittadini hanno la prima e l’ultima parola. Essi devono poter contribuire con idee e suggerimenti e correggere le politiche in qualsiasi momento. Solo così e solo con una vera democrazia diretta i cittadini saranno sovrani. La strada giusta la possiamo trovare solo insieme e con il consenso di tutti e per tutti.

Vogliamo una democrazia della concordanza invece che una democrazia della competizione e del conflitto perenne. Vogliamo che si lavori sulle questioni concrete e non solo per mantenere il proprio potere. Solo così il clima naturale potrà tornare ad essere buono per noi. Lo squilibrio sociale crea squilibrio ecologico e viceversa. Sperimentiamo che l’ingiustizia e la disuguaglianza tra le persone come motore del progresso sono un passo nel vuoto.

Le persone portano in sé l’idea della democrazia. Ne sono state defraudate più e più volte per garantire il dominio di pochi. Siamo ormai arrivati a un punto in cui la democrazia nella sua forma più pura sta diventando visibile. La decisione tra democrazia reale e democrazia falsa sta giungendo al culmine.

Parte della dignità umana è che tutti partecipino equamente alla causa comune e possano esercitare concretamente e praticamente la propria sovranità. Ci riferiamo al PREAMBOLO della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e al suo articolo 21:

"Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo, ... ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti“.

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La partecipazione politica deve avvenire in quattro modi contemporaneamente: quello indiretto attraverso la rappresentanza parlamentare eletta democraticamente, quello attraverso le forme di democrazia diretta, quello partecipativo e quello digitale-consultivo.

(I) La maggioranza delle decisioni dovrà sempre essere presa dai rappresentanti eletti. Ciò non significa che la democrazia parlamentare sia di rango superiore: la responsabilità deve essere di tutti. È però necessario un particolare controllo e la sua effettiva integrazione con la demo­crazia diretta. Le sue regole devono essere condivise dalla maggioranza degli elettori. Pertanto, tutte le leggi che regolano la democrazia devono essere create e approvate su iniziativa dei cittadini oppure, se decise dagli eletti, devono essere sottoposte a referendum obbligatorio.

Le regole elettorali devono consentire l’elezione dei candidati anche grazie ad una votazione trasversale al di là delle liste e dell’affiliazione partitica. Ciò include la nomina dei candidati da parte dei cittadini stessi. Ciò che è necessario è l'esercizio del mandato secondo libera scienza e coscien­za, senza alcun privilegio, con un limite rigoroso del mandato e una separazione rigorosa e coerente dei poteri. Occorre trovare un procedimento per stabilire la remunerazione degli eletti che non tras­formi il mandato in un self-service. I governi devono rappresentare un’ampia percentuale di cittadini ed essere indipendenti dalle maggioranze parlamentari. Le elezioni devono essere rese accessibili a tutti attraverso il voto per corrispondenza con informazioni sulle modalità di voto e informazioni equilibrate sui partiti e sui candidati.

(II) Con regole di democrazia diretta facilmente applicabili ed efficaci, le decisioni degli eletti - grazie al referendum - devono poter essere facilmente ed efficacemente controllate dai cittadini in qualsiasi momento e, se necessario, revocate. Grazie all’iniziativa legislativa popolare i cittadini devono inoltre poter decidere da soli e in ogni momento, secondo regole da loro stessi determinate, a qualsiasi livello e secondo la propria responsabilità, su tutte le questioni sulle quali di solito decide la rappresentanza eletta. I cittadini e i rappresentanti politici hanno lo stesso potere decisionale: i refe­rendum si realizzano con lo stesso livello di sostegno di un mandato e, come le elezioni, non hanno un quorum.

(III) Occorrono procedure partecipative che accompagnino i percorsi della democrazia parlamentare e diretta. Tali procedure devono offrire i luoghi e i tempi in cui è possibile rendere chiare le questioni concrete in tutta la loro efficacia e rilevanza, ed esplorarle nella profondità del loro significato. I cittadini sono motivati a partecipare da una propria preoccupazione o dalla responsabil­ità derivante dall'essere stati scelti casualmente per lavorare su un problema e sviluppare proposte di soluzione che valgano poi per l'intera comunità. Queste devono poter essere decise poi grazie a strumenti di democrazia diretta ben regolati oppure attraverso il parlamento.

(IV) Le piattaforme digitali online rendono possibile un’ampia consultazione dei cittadini. Grazie ad esse i progetti politici vengono avviati ed esaminati, i bisogni politici diventano chiari e i cittadini possono utilizzarli per ottenere informazioni, comunicare e votare, ma senza prendere decisioni politiche. Le piattaforme digitali online possono essere utilizzate per organizzare proposte dei cittadini, dibattiti, bilanci partecipativi, processi collaborativi di elaborazione legislativa, interviste, sondaggi, votazioni e molto altro nel più breve tempo possibile.

Se questi percorsi vengono intrapresi insieme, allora è necessaria la collaborazione di tutti. Così posizioni diverse si integrano e non si escludono a vicenda.

Il cuore della democrazia è lo spazio del discorso pubblico. Lì deve circolare un'informazione trasparente e deve essere promosso lo scambio aperto di opinioni in varie forme. Al suo interno le persone si vivono come il polso della democrazia e l'accordarsi reciprocamente è una cosa ovvia e necessaria. Così questo spazio pubblico, vivo e respirabile di scambio e coordinamento riprende vita. È liberato dalla morsa degli interessi di pochi a scapito dei bisogni di molti. Soprattutto, ciò può impedire agli interessi di pochi il continuo sfruttamento della natura, dai cui cicli vitali e dal cui equilibrio dipendiamo tutti incondizionatamente.

Potremmo vivere così bene, se decidessimo tutti insieme cosa vogliamo
e di cosa abbiamo bisogno.

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