Verso una regolamentazione della democrazia diretta a misura dei cittadini prima della votazione referendaria 2009!
1995 prima proposta di iniziativa popolare su una legge per l'ampliamento dei diritti di partecipazione.
2001 riforma dello Statuto di autonomia - al Consiglio provinciale viene conferita la competenza per la regolamentazione della democrazia diretta.
2003 seconda proposta di iniziativa popolare - proposta di regolamentazione della democrazia diretta con una legge provinciale.
2005 prima legge provinciale per la democrazia diretta (quorum del 40%, referendum su leggi e deliberazioni della Giunta provinciale non ammessi, non previsto opuscolo referendario contenente le due posizioni opposte ...)
2007 richiesta di una prima iniziativa legislativa popolare su scala provinciale per l'introduzione di una migliore legge per la democrazia diretta. Sono state raccolte 25.896 firme autenticate nel giro di quattro mesi.
25 ottobre 2009 quasi 150.000 cittadine e cittadini dell'Alto Adige parteciparono alla votazione referendaria. 144.884 (83,1%) votarono a favore della proposta di legge dell'Iniziativa per più democrazia e delle 40 organizzazioni sostenitrici. Non è entrata in vigore a causa della mancanza di ca. 7.000 voti necessari al superamento del quorum del 40%.
Verso una regolamentazione della democrazia diretta a misura dei cittadini dopo la votazione referendaria 2009!
(attualizzato al 19 maggio 2017)
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La proposta di legge dellʼIniziativa per più democrazia, sostenuta da una alleanza di 43 associazioni e quasi divenuta legge, non è comunque stata ulteriormente considerata dalla direzione della SVP.
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Nel 2011 tre mandatari SVP presentano un progetto di riforma che, da un lato permette di esporre proposte alla rappresentanza politica, dallʼaltro lato impedisce lanciare votazioni referendarie a causa di limiti dʼaccesso assurdamente alti e tempi troppo lunghi.
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In seguito, in occasione dellʼAssemblea dei soci del 22 gennaio 2011, lʼIniziativa decide di presentare in Consiglio provinciale una proposta di legge di iniziativa popolare contenente un progetto per una migliore legge della democrazia diretta, basandosi sulle esperienze fatte con la votazione referendaria del 2009.
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La proposta di legge viene sostenuta da 36 organizzazioni e presentata alla Presidenza del Consiglio provinciale lʼ8 marzo 2011 da parte dei promotori Stephan Lausch, Raffaella Zito e Otto von Aufschnaiter. La proposta è stata firmata da 12.556 cittadine e cittadini nei municipi dei relativi comuni o sui tavoli per la raccolta delle firme nelle strade e piazze nel periodo fino alla metà di giugno 2011.
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Siccome sullʼargomento erano state presentate varie proposte di legge da trattare in Consiglio, lʼIniziativa nellʼestate 2011 fa la proposta di lanciare un referendum consultivo deciso dal Consiglio provinciale, con cui sia la cittadinanza a decidere, quale proposta sia da preferire.
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Il 25 novembre 2011 la Commissione legislativa interrompe in modo imprevisto lʼimmaginaria trattazione della proposta di legge dellʼIniziativa.
2012
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A questo fine, allʼinizio del 2012 essa può convincere il Presidente del Consiglio provinciale a presentare una proposta di modifica con la quale sia possibile lanciare una consultazione popolare su varie proposte. La Südtiroler Volkspartei rifiuta di lasciare scegliere la popolazione. Per raggiungere questo scopo, mette il Presidente del Consiglio provinciale sotto pressione affinché lasci scadere la sua proposta entro il termine utile.
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Unʼopinione che lʼIniziativa per più democrazia aveva richiesto presso lʼIRI-Europe (Initiative and Referendum Institute Europe), conferma la critica dellʼIniziativa al disegno di legge SVP. Viene presentata alla fine di marzo 2012.
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Il 12 aprile 2012 il gruppo consigliare SVP respinge con i soli propri voti le proposte di legge dellʼIniziativa, della Bürgerunion e dei Freiheitlichen e manda la propria proposta al dibattito degli articoli con 16 voti a favore e 13 contrari. In seguito vuole far approvare la sua legge dalla popolazione in un referendum e tutto questo abbinato a una legge elettorale modificata che garantisse la preservazione della sua maggioranza assoluta di mandato. A causa di questo, la mancanza di chiarezza era già preprogrammata. Nella sua smisurata sopravvalutazione il partito dimentica che, con la sua richiesta di referendum non può allo stesso tempo negare alle cittadine e ai cittadini e ai partiti di opposizione il diritto di richiedere anchʼessi un referendum. Era per questo prevedibile la situazione grottesca secondo la quale tutti avrebbero lanciato un referendum contro la legge di partecipazione popolare approvata in Consiglio provinciale con i soli voti di maggioranza assoluta della SVP.
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La trattazione finale e approvazione della legge SVP è rimasta in sospeso dallʼaprile 2012. Solo dopo la sua approvazione e pubblicazione nel Bollettino ufficiale (ma prima che entri in vigore) può essere richiesto il referendum.
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Il 12 luglio si inizia in Consiglio provinciale la trattazione finale (relativi interventi nel videoarchivio del Consiglio) e il dibattito degli articoli del disegno di legge del gruppo consigliare SVP. Il 13 luglio, dopo la trattazione di 10 articoli, il dibattito viene interrotto prima dellʼinizio della pausa estiva del Consiglio provinciale. Tutto questo, dopo che il gruppo consigliare SVP dovette prendere a conoscenza che, con tale disegno di legge, si trovava isolato non solo nella società civile, bensì anche nello stesso Consiglio provinciale. Fino allʼinterruzione della trattazione e il rinvio allʼ11 settembre, tutte le proposte di modifica dellʼopposizione sono state respinte e tutti gli altri partiti, o hanno votato contro gli articoli della legge SVP, o si sono astenuti.
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LʼIniziativa è del parere che sulla base del disegno di legge SVP non può esserci un compromesso. Mancano troppe cose e cose importanti, troppe deficienze contraddistinguono questo progetto, per poter partire dal presupposto che sia possibile trovare un accordo con la SVP relativo a questi punti decisivi.
2013
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Un intero anno dopo lʼinterruzione della trattazione del progetto di legge SVP in Consiglio provinciale, essa viene ripresa il 5 giugno 2013. Senza considerare nemmeno unʼunica proposta di modifica degli altri partiti, il gruppo SVP approva con i soli propri voti i rimanenti articoli e approva a malapena la legge nella trattazione finale. Per lʼapprovazione era necessaria la maggioranza assoluta, ottenuta solo per il fatto che il consigliere SVP, Georg Pardeller, che in quel periodo era in malattia, fu portato in Consiglio.
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In giugno la legge viene pubblicata nel Bollettino ufficiale. Ora, entro tre mesi, sarebbe stato possibile lanciare un referendum. Il 4 luglio viene presentata la relativa richiesta presso la presidenza del Consiglio provinciale.
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Entro il 13 settembre bisognava raccogliere almeno 8.000 firme per permettere alle cittadine e ai cittadini di decidere in un referendum se la legge doveva entrare in vigore.
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Oltre 18.000 cittadine e cittadini, tra il 20 luglio e il 15 settembre, hanno sostenuto in tutti i comuni della provincia le richieste di referendum e di una nuova proposta di iniziativa popolare.
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Il termine per il referendum viene fissato per il 9 febbraio 2014.
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La commissione per la verifica della validità della richiesta di referendum dichiara lʼinvalidità della richiesta a causa della non corretta forma dei moduli per le firme. I promotori fanno ricorso contro questa decisione presso il Tribunale provinciale il quale dà ragione ai promotori.
2014
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Al referendum partecipano 106.305 cittadine e cittadini (= 26,4% degli aventi diritto al voto). 68.333 (= 65,2%) votano contro la legge, 36.502 (= 34,8%) lʼapprovano. La legge, la quale in Consiglio era stata approvata con i soli voti del gruppo consigliare SVP, non entra in vigore.
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Contro la richiesta dei promotori del referendum e della proposta di iniziativa popolare di creare una Tavola Rotonda pubblica per lʼelaborazione di una nuova legge della democrazia diretta, la Ia Commissione legislativa decide di elaborarla di propria iniziativa sulla base di un processo partecipativo.
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Le tappe del processo partecipativo:
- ottobre – novembre 2014: con incontri di dibattito con le cittadine e i cittadini in tutti i circondariati della provincia, vengono raccolti e pubblicati i loro concetti e le loro aspettative per una nuova legge;
- gennario – marzo 2015: in gruppi di lavoro i rappresentanti di oltre 50 associazioni approfondiscono i temi e le questioni principali per una tale legge;
- primavera 2015: la Commissione legislativa incarica dalle proprie fila un gruppo di lavoro di redigere un disegno di legge in base ai risultati derivanti dagli approfondimenti;
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per le questioni controverse il gruppo di lavoro si rivolge a degli esperti in materia e cerca trovare soluzioni adeguate anche per mezzo di uno scambio di idee con le organizzazioni;
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marzo 2016: la strutturazione e i punti essenziali del disegno di legge vengono di nuovo presentati alle organizzazioni, invitandole a trovare un accordo o soluzioni alternative riguardo ai punti controversi;
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aprile – maggio 2016: i risultati del completo processo vengono di nuovo presentati ai sette circondariati della provincia e alle cittadine e cittadini interessati. Infine degli esperti in materia vengono invitati a discutere il risultato.
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Il 26 ottobre 2016 la Presidente della Ia Commissione legislativa, Magdalena Amhof, presenta in Commissione il disegno di legge elaborato. La Commissione decide che, prima di presentare il disegno in Consiglio provinciale e di conseguenza, prima della sua formale trattazione, esso venga discusso dai gruppi.
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Il 24 febbraio 2017 33 organizzazioni pubblicano una lettera aperta ai consiglieri provinciali nella quale esigono la trattazione e approvazione del disegno di legge Amhof/Foppa/Noggler entro il 1° maggio. In caso contrario, esso sarebbe stato presentato mediante proposta di iniziativa popolare, per cui il Consiglio sarebbe stato obbligato a trattarlo in modo definitivo prima delle elezioni del 2018.
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