La Commissione dei diritti umani dell'ONU intima l'Italia di eliminare gli ostacoli che contrastano l'applicazione dei diritti di democrazia diretta.

L'Iniziativa per più democrazia esige dal Consiglio provinciale di corrispondere al verdetto.

Nella sua sentenza, formulata in seguito a una denuncia presentata dai cittadini, la Commissione dei diritti umani dell'ONU rileva una violazione del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici firmato anche dall'Italia. La Commissione intima lo Stato di eliminare gli ostacoli e le infondate restrizioni ai diritti di partecipazione politica. La sentenza è datata al novembre 2019, e il termine ultimo per adempiere all'intimazione scade alla fine di maggio.
Gli ostacoli contestati riguardano la possibilità di sostenere iniziative di democrazia diretta da parte dei cittadini e soprattutto la pratica di dover autenticare le firme senza che sia garantita la disponibilità di persone autorizzate. In Alto Adige vige la regolamentazione statale, che pure dovrà essere modificata a livello provinciale. Per l'Alto Adige detta sentenza è di particolare attualità perché l'Ufficio competente dell'amministrazione provinciale ha comunicato che, sulla base di un parere dell'Ufficio legale della Provincia, sarà introdotto un ulteriore aggravamento delle condizioni. Nonostante gli insegnanti e il personale sanitario, nella loro veste di pubblici ufficiali come previsto dalla legge, finora siano sempre stati incaricati dal Presidente della Provincia all'autenticazione delle firme, questo incarico in futuro non gli verrebbe più assegnato.
Inoltre la Commissione dei diritti umani ha contestato la mancante informazione istituzionale dei cittadini riguardo alla possibilità di sostegno di iniziative popolari e referendarie. Anche questa lacuna deve essere eliminata per mezzo di una modifica della legge.

A livello statale i cittadini, in forza dell'avvenuta conferma della loro denuncia, in questi giorni chiedono, tramite i media e con lettere al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al sottosegretario competente e a tutti i parlamentari, che venga adempiuto all'obbligo decretato e di effettuare le necessarie modifiche alla legge.

Cose chiediamo qui in Alto Adige:

Per l'Alto Adige, grazie alla sua autonomia, non c'è motivo di attendere fino a che lo Stato abbia adempiuto i suoi obblighi, e comunque ogni ulteriore restrizione è illecita. Un motivo in più per eliminare gli attuali ostacoli è rappresentato dal fatto che sono in preparazione diverse iniziative referendarie con rispettive raccolte di firme.

L'Iniziativa per più democrazia a tale riguardo si aspetta dal Consiglio provinciale le seguenti  quattro modifiche della legge in vigore per un'agevolazione del sostegno di iniziative referendarie.

  1. Un abbassamento del numero delle firme da raccogliere al livello statale e stabilito dallo Statuto di Autonomia che era già scaturito dal processo partecipativo per la stesura della legge sulla democrazia diretta.
  2. L'estensione della cerchia degli autenticatori delle firme dando ai promotori il diritto di incarico.
  3. L'introduzione della raccolta firme anche online come viene praticata fin dal 2012 per l'Iniziativa europea dei cittadini (ICE)
  4. Un'informazione istituzionale all'inizio, a metà e due settimane prima della scadenza dei termini per la raccolta delle firme.

Link ai documenti

La sentenza della  Commissione dei diritti umani dell'ONU (in inglese), alla cui traduzione lo Stato italiano è obbligato secondo la sentenza.

https://www.dirdemdi.org/images/de/odt/Staderini-delucia_Vs_Italy.odt


Un riassunto della sentenza e delle relative modifiche di legge richieste (in italiano)

https://www.dirdemdi.org/images/de/odt/sintesi_sentenza_commissioneONU.odt

Intervista a Mario Staderini, uno dei presentatori dell'accusa, fondatore di 'Democrazia Radicale' e ex segretario dei Radicali Italiani – 9 maggio 2020, Radio Radicale (14 minuti)
Sito Democrazia Radicale

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