I cittadini hanno sentito chiaro e forte l’allarme! Più del doppio di quanti richiedeva la legge si sono recati nei comuni a firmare per chiedere di sottoporre al voto referendario la legge che la SVP si è deliberata con i soli propri voti.
Votare per dire NO a regole stabilite che ci tolgono il potere referendario. Infatti, tranne pochissime eccezioni, i cittadini che hanno firmato per fermare la legge SVP, hanno firmato anche per portare nuovamente in consiglio provinciale il disegno di legge condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini nel voto referendario del 2009, per farne la base del nuovo ordinamento della democrazia diretta a livello provinciale.
Sono state depositate 17.663 firme per il referendum e 17.735 firme per l’iniziativa popolare tra il 20 luglio e il 15 settembre, 13.000 solo nelle ultime due settimane nelle quali è giunto ai cittadini, attraverso i media, il nostro messaggio di allerta sulla concreta minaccia alla possibilità di partecipazione diretta di ognuno di noi.
Questo sostegno massiccio per la richiesta di referendum e iniziativa popolare presentata dall’Iniziativa per più democrazia è giustificato: se la legge della SVP fosse entrata in vigore sarebbe stato un attentato, riuscito, alla nostra democrazia. Si immagini una legge elettorale con la quale non si potesse votare ma solo proporre ai partiti dei candidati. In egual modo la legge SVP sulla “partecipazione dei cittadini” renderebbe possibile solo la presentazione di proposte a coloro che governano ma non un voto deliberativo da parte dei cittadini.
Possiamo già immaginare l’obiezione di coloro che difendono la legge SVP osservare in modo ironico che raccogliere in due mesi 26.000 firme non sarà poi così difficile, vista la risposta ampia a questa raccolta firme. Ma l’obiezione può essere solo il risultato di una grande ignoranza in materia di democrazia diretta. Non si può prendere come metro di misura un’iniziativa che si batte ormai da 18 anni per la propria causa, sostenuta da un gran numero di organizzazioni con complessivi 150.000 soci. Un’iniziativa che ha lanciato ora, per la quarta volta, un’iniziativa popolare, che è già riuscita a far votare i cittadini sul proprio disegno di legge e che ha raccolto in totale niente meno che 68.000 firme. Sarebbe come se per una competizione provinciale gli atleti dovessero possedere requisiti a livello di una competizione internazionale.
Se mai si dovrebbe usare come parametro il numero di firme raccolte quando l’Iniziativa si è presentata con la propria proposta per la prima volta, cioè nel lontano 1995 con poco più di 3.000 firme, poichè rappresentano le condizioni in cui si troverebbe un qualsiasi gruppo di cittadini che volesse avanzare una propria proposta.
Cosa succederà ora?
In primo luogo la legge SVP continua a non entrare in vigore! Entro un mese una commissione dovrà verificare che il numero di firme richieste è stato raggiunto. In seguito il presidente della Provincia dovrà fissare la data del voto entro il 25 gennaio 2014.
L’esito del voto questa volta lo decideranno in assenza di un quorum di partecipazione coloro che andranno a votare.
La domanda alla quale dovranno rispondere i cittadini con un si o, meglio, con un NO, sarà la seguene: "Approvate il testo della legge concernente la “partecipazione civica in Alto Adige”, approvata dal Consiglio provinciale il 6 giugno e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 26, Supplemento n. 3 del 25 giugno 2013?".
Inoltre con le 17.735 firme raccolte presenteremo al vaglio del Consiglio provinciale il nostro disegno di legge sulla democrazia diretta che sarà consegnata alla neocommissione legislativa non prima di gennaio 2014. Se, come speriamo profondamente, la legge della SVP sarà bocciata dai cittadini è ovvio che questa non sarà ripresentabile. È altrettanto ovvio che la proposta di legge voluta dai cittadini, e portata avanti per così tanti anni anche con il sostegno di una buona parte della società civile, dovrà fungere come base per la determinazione dei diritti referendari in Alto Adige.
In vista delle votazioni provinciali è difficilmente immaginabile un impegno più chiaro e circostanziato di questo che arriva dai cittadini elettori al prossimo Consiglio.
Aspettiamo infine di sapere, soprattutto dai candidati della SVP che osteggia buoni strumenti di partecipazione diretta ormai da 18 anni, che dicano adesso agli elettori come pensano di comportarsi se la legge SVP nel voto referendario sarà respinta dai cittadini.