La SVP, nemmeno con una maggioranza dei due terzi, potrà evitare il referendum confermativo sulla sua legge sulla "partecipazione".
In vista della possibile trattazione conclusiva del disegno di legge del gruppo consiliare SVP sulla partecipazione dei cittadini entro la pausa estiva, l’Iniziativa per più democrazia fa presente:
- Se il disegno di legge, contro le aspettative, fosse varato con il sostegno dei partiti di opposizione con la maggioranza dei due terzi, annunciamo fin da ora di impegnarci a raccogliere le ca. 26.000 firme richieste in questo caso per far decidere i cittadini con il referendum confermativo se questa legge debba entrare in vigore o meno. Consideriamo ciò un dovere nei confronti di tutti i cittadini, visto che saranno loro a dover poi poter utilizzare questi strumenti di partecipazione, ed in particolare nei confronti dei 114.884 cittadini che nella votazione referendaria del 2009 hanno votato a favore della proposta dell’Alleanza per più democrazia. Il disegno di legge è un vero e proprio inganno perpetuato nei confronti dei cittadini e nei confronti del loro diritto legittimo stabilito dallo Statuto di Autonomia di avere a disposizione dei validi ed efficaci strumenti di iniziativa e di controllo nell’ambito della politica provinciale.
- Il gruppo consiliare SVP tenta ora di persuadere i consiglieri dell’opposizione proponendo una riduzione del numero delle firme da 39.000 a 19.000 sperando di evitare in questo modo il referendum confermativo. Questa soglia così assurdamente alta è stata riconosciuta dall’Iniziativa per più democrazia, fin dall'inizio, come una manovra strategica. La soglia è stata fissata a tale livello semplicemente per poter abbassarla poi ad un altro ancora troppo alto e venderlo come il grande compromesso e come disponibilità a lasciar valere le istanze degli altri.
- La dirigenza della SVP ora parla volutamente solo di questa soglia e della sua disponibilità ad abbassarla. Con questo cerca di distogliere l'attenzione dal fatto che la non praticabilità effettiva del diritto di codeterminazione non è legata solo alla soglia eccessiva, ma a tutto l’impianto e ai procedimenti previsti da tale disegno di legge. La codeterminazione della politica provinciale non funzionerebbe sulla base di tale legge, nemmeno se la soglia fosse fissata al livello unicamente accettabile e razionalmente fondato di ca. 10.000 firme. Riteniamo molto probabile che la maggioranza dei consiglieri della SVP non abbia ancora compreso questo dato di fatto, non avendo approfondito sufficientemente la materia e che sia perciò questa la spiegazione perché essi sostengono in modo così convinto il proprio disegno di legge.
- Se la dirigenza della SVP prendesse veramente sul serio il concetto della partecipazione – per non parlare di quello della codeterminazione – allora si sarebbe consultata con persone che di questa materia s’intendono. Tutt’al contrario invece ridicolizza o al massimo ignora ogni indicazione (anche le più autorevoli) sulla non praticabilità del regolamento proposto. Il dialogo costruttivo da essa annunciato e propagandato non è mai stato praticato. Noi li valuteremo in base alle loro azioni e non in base alle loro parole!
- Se arriveremo allo svolgimento di un referendum su tale legge, questo non lo si potrà addebitare ai promotori del referendum, che non perseguono interessi partitici e sono mossi unicamente da valutazioni oggettive, ma ne sarà responsabile unicamente la dirigenza SVP così ostinata a voler imporre ad ogni costo una legge che finge di concedere diritti di decisione diretta per i cittadini e non può aspettarsi di certo che essi si rassegnino a questa imposizione.