La delibera di Giunta per l'ampliamento dell'aeroporto di Bolzano ci fornisce un esempio di quello che accadrebbe con l'ordinamento della democrazia diretta voluto dall'SVP e di quello che sarebbe possibile con le regole proposte di INIZIATIVA PER PIÙ DEMOCRAZIA.
Se fosse stata in vigore la proposta di legge di Iniziativa per più democrazia, che prevede la possibilità di ricorrere al referendum confermativo e quindi di "congelare" la delibera per il tempo necessario ad un'eventuale raccolta di firme da parte dei cittadini, possiamo presumere che una tale decisione non sarebbe nemmeno stata presa: la Giunta infatti avrebbe temuto di subire una sonora sconfitta all'eventuale voto referendario.
La regolamentazione prevista dalla SVP invece, esclude il referendum confermativo: ogni delibera entra in vigore subito e come tale è immediatamente realizzabile. Il voto referendario abrogativo può avvenire solo successivamente e con soglie altissime!!
È evidente la quasi impossibilità di arrivare ad un voto con un seppure estenuante impegno dei cittadini. E in questo caso con una delibera attuata!
É stata sospesa da poco la trattazione del disegno di legge SVP sulla partecipazione dei cittadini che si presenta nuovamente uno dei casi più eclatanti
nel quale i cittadini chiedono di essere protagonisti e di ottenere una decisione chiara: si tratta della decisione sull'ampliamento ulteriore dell'aeroporto di Bolzano. Quale altro esempio si adatterebbe meglio per valutare la validità delle regole che dovrebbero garantire un'efficace codeterminazione dei cittadini?
Se ora fosse in vigore la proposta SVP la decisione presa dalla giunta il lunedì della settimana scorsa sarebbe già in vigore. Sotto gli incombenti primi passi di attuazione della delibera (incarico di progetto) i cittadini, in un primo passaggio, dovrebbero raccogliere entro tre mesi 8.000 firme per far presente alla Giunta la contrarietà alla decisione di una presumibile maggioranza della popolazione. In seguito la Giunta, entro trenta giorni, avrebbe la possibilità di rispondere. Come accaduto in questi anni fin troppe volte nella diatriba sull'aeroporto, la Giunta potrebbe rispondere anche questa volta con promesse false e motivazioni dubbie finalizzate a creare disorientamento e scompiglio al fine di respingere la richiesta dei promotori e presentare una proposta alternativa che solo apparentemente recepisce l'istanza di quest'ultimi. In tale situazione i richiedenti dovrebbero raccogliere entro un mese altre 27.000 firme (38.000 se venisse utilizzata anche la raccolta elettronica). Sorvoliamo qui su quelle che rappresentano ulteriori modalità per evitare il voto o per farlo cadere nel vuoto. Basti ricordare che se la richiesta venisse presentata ora, i promotori sarebbero costretti a raccogliere le 27.000/38.000 firme in dicembre o in gennaio ed il voto referendario si svolgerebbe solo nella primavera del 2014. Determinante è il fatto che, durante questo periodo, la Giunta può creare fatti concreti, come l'assegnazione di un appalto e/o addirittura l'avvio dei lavori, fatti che farebbero risultare inappropriata una votazione referendaria.
Se invece fosse in vigore la proposta di legge di Iniziativa per più democrazia (per questo obiettivo nella votazione referendaria del 2009 sono mancate appena 7.000 schede!!), entro 45 giorni dopo la delibera di Giunta, dovrebbero essere raccolte 7.500 firme e tutti gli aventi diritto al voto, ancora nell'autunno di questo anno, potrebbero decidere se questa delibera debba entrare in vigore o meno. Fino al responso delle urne la delibera di Giunta non sarebbe in vigore e perciò non eseguibile.
La cosa determinante in tal caso è che, conscia dell'effettivo ed efficace potere di controllo dei cittadini, la Giunta non rischierebbe nemmeno di prendere una decisione tanto impopolare.
Un ordinamento efficace della democrazia diretta quindi peserebbe ed avrebbe i suoi effetti di deterrenza anche solo per il fatto di esistere: i cittadini vedrebbero considerate le loro ragioni senza doversi ogni volta impegnare in estenuanti raccolte di firme e sostenendo economicamente la propria posizione nella campagna pubblicitaria in vista del voto.