SULLA TRATTAZIONE DEL NUOVO DISEGNO DI LEGGE SULLA DEMOCRAZIA DIRETTA
La SVP nella propria legge del 2013 si era già riconosciuta nel quorum zero!
Nel 2013 il gruppo consiliare della SVP non ha avuto difficoltà a presentare tutte le buone ragioni a favore di un quorum zero per promuovere il proprio disegno di legge varato in Consiglio con i soli suoi voti. Affinché non lo dovesse temere aveva però previsto il numero assolutamente assurdo di 25.000 firme da raccogliere.
Le buone ragioni ora non sono meno giuste valgono di meno:
che decida chi vuole partecipare alla decisione e non coloro per i quali, per un motivo o per un altro, questa opportunità non riveste importanza e che lascerebbero la decisione ai propri concittadini. I cittadini sanno tutelarsi benissimo loro stessi da un esito indesiderato partecipando alla votazione!
Non a caso partecipano più cittadini alle votazioni referendarie che non conoscono un quorum di partecipazione, come i referendum costituzionali, che a quelle che prevedono un quorum al di sopra del 25%. Inoltre è chiaro che solo in una votazione referendaria che non preveda un quorum di partecipazione, o al più uno basso, sarà sempre il 100% degli aventi diritto al voto a decidere,
- scegliendo con la partecipazione tra il sì e il no, o
- decidendo di non partecipare nella consapevolezza che saranno poi altri a decidere.
Un quorum oltre il 25% è un invito a determinare con la non partecipazione l'esito della votazione, in quanto essa viene contata, in modo assolutamente ingannevole, come voto contrario.
La proposta di compromesso del 25% come è prevista dal nuovo disegno di legge si muove al limite estremo dell'accettabile. È in primo luogo proprio questa proposta a costituire un compromesso non ponderato. Questo significa che nel processo partecipativo in merito al quorum di partecipazione erano sì presenti posizioni del tutto opposte, dal quorum zero a quello del 50% e addirittura oltre, ma una chiarissima maggioranza si era espressa a favore di un quorum sotto il 25%. Con buone ragioni, in quanto un quorum oltre tale limite sarebbe nuovamente un invito al boicottaggio dell'informazione e del dibattito.
Un atteggiamento talmente antidemocratico non deve aver posto in una nuova legge sulla democrazia diretta. E ogni politico che sostiene la necessità di un quorum di partecipazione è tenuto a spiegare le ragione per le quali non si batte per l'introduzione del quorum nel voto elettorale.
Far cadere questo compromesso farebbe definitivamente traboccare il vaso.