Festa nel campo base – aurora sulla vetta
Finalmente abbiamo festeggiato quanto abbiamo raggiunto! Il giorno 25 ottobre è stato il giorno predestinato per questa festa, il 10° anniversario delle prime votazioni referendarie provinciali e un quarto di secolo di attività di Iniziativa per più democrazia. Abbiamo festeggiato il raggiungimento di una legge che è, nonostante sia in diversi punti manchevole e incompleta, abbastanza ben praticabile – con la rappresentanza consulare della Svizzera, realtà di riferimento, di orientamento e soprattutto esempio concreto di un'utopia che abbiamo iniziato a perseguire in un processo comiciato 25 anni fa. E, anche se solo con un videomessaggio del sottosegretario del Consiglio dei Ministri, con la benedizione dello Stato italiano che ha reso possibile questi sviluppi a favore di un'integrazione e di un profondo rinnovamento della democrazia in Alto Adige con la riforma dello Statuto d'Autonomia del 2001 e con il conferimento delle rispettive competenze alla Provincia. Festeggiato abbiamo anche con Claude Longchamp, lo storico e politologo e con il suo messaggio nel discorso augurale, ma anche già nella lunga intervista che si poteva ascoltare la mattina presto su RAI-Südtirol che smantella la ragioni di paura che rischia di paralizzare le naturali aspirazioni verso più democrazia in tempi nei quali la fiducia nella forza di autoguarigione del popolo sotto la pressione delle forze populiste viene minata.
È un caso particolarmente fortuito poter festeggiare questi anniversari con l'inaugurazione della mostra „Democrazia Diretta Moderna“, che ci è stata messa a disposizione dalla rappresentanza estera della Svizzera, un'iniziativa finanziata congiuntamente da essa e la provincia di Bolzano, nonché con il dato di fatto che la mostra verrà allestita soprattutto in scuole superiori, originariamente per via della sua estensione ma un dato che si può rivelare come il buon destino della provvidenza che vuole vedere l'Iniziativa per più democrazia in azione ringiovanita.
Tutta la mostra svizzera sulla democrazia diretta moderna in forma webjournal in italiano / die ganze Schweizer Ausstellung "Moderne Direkte Demokratie" als Webzeitung deutsch
la parte locale della mostra sulla regolamentazione provinciale della democrazia diretta in Alto Adige / Der Lokalteil der Ausstellung zu den Anwendungsmöglichkeiten der Direkten Demokratie in Südtirol
Rivisita del festeggiamento:
- Paolo Lugli, Rettore della Libera Università di Bolzano
- Erwin Demichiel, presidente dell'Iniziativa per più democrazia (tedesco)
- Sabrina Dallafior, Console Generale della Svizzera in Italia
- Kris Krois, professore unibz / MA Eco-Social Design
- Riccardo Fraccaro, Sottosegretario di Stato al Consiglio dei Ministri – messaggio video estratto dal suo discorso finale al Global Forum a Roma settembre 2018, a partire da 3' 40''
- Bruno Kaufmann, presidente della Fondazione Svizzera per la Democrazia e del Global Forum on Modern Direct Democracy – messaggio video (tedesco)
- Claude Longchamp, storico e politologo, presidente della Gesellschaft für Sozialforschung gfs.bern - "Das Volk denkt nicht mehrheitlich populistisch" (Il popolo in maggioranza non ragiona populisticamente), intervista mattutina alla RAI Südtirol, sintesi di Otwin Nothdurfter
- Stephan Lausch, coordinatore dell'Iniziativa per più democrazia (tedesco)
- cosa riportano i media: video33, salto.bz
- 30 foto del festeggiamento e dell'inaugurazione della mostra
Questo vale tanto più che abbiamo voluto annunciare il prossimo passo che è diventato possibile con la legge provinciale sulla democrazia diretta attuabile che ci fa da campo base. Una iniziativa legislativa popolare con la quale dovrà diventare dominante in politica un principio nuovo: quello della collaborazione! Questo è il riflesso del sole nascente sulla cima che intravvediamo dal campo base. Questa è la necessità d'obbligo se finalmente vogliamo renderci conto di quanto siamo avanzati in un vicolo cieco con un modello di vita che non ha posto sulla terra. Possiamo ancora salvarci? Questa è stata la domanda che ci siamo posti al Congresso del 2017 „Ripensare la democrazia“. SI, abbiamo detto, a una unica e determinante condizione che è una politica contraddistinta da una generale collaborazione: di tutti i rappresentanti politici tra di loro varcando ogni confine di partito e tutti questi con i cittadini riuniti in organizzazioni, comitati e gruppi alla ricerca di nuovi percorsi e vie di scampo. Un'utopia fuori dal mondo considerando tutte le diversità di valutazione e di risoluzione? NO, perché la vediamo già in azione nelle assemblee civiche incaricate in sempre più paesi a cercare risposte alle domande più difficili che la rappresentanza politica non è in grado di dare, prima di tutto sulla minaccia del surriscaldamento della terra. Perché in queste esperienze la collaborazione è possibile e non anche nella rappresentanza politica? La differenza ovvia sta nel fatto che gli uni sono scelti a sorte, mentri gli altri vengono eletti e, diciamolo pure, elevati. Gli uni si vedono investiti a caso con la responsabilità di cercare per tutta la società le soluzioni migliori, gli altri invece vogliono essere elevati nel rango di decisori e detentori delle facoltà di risolvere i problemi. Con una diversa legge elettorale qualcosa si potrà correggere ma sicuramente non aggiustare tutto. Anche in questo la Svizzera ci dimostra quanto da noi è cosa impensabile: non conosce una maggioranza di governo prestabilita in parlamento, ma risposte che scaturiscono da maggioranze variabili e trasversali a tutti i partiti. Di tutto il resto poi speriamo che si faccia carico l'iniziativa direttodemocratica dei cittadini e le assemblee civiche da loro indette. Questo in ogni modo dovrà essere la politica necessaria per uscire, secondo l'enciclica papale Laudato si’ - Sulla cura per la casa comune -, dal disastro eco-sociale della guerra politica ed economica e la lotta al potere di tutti contro tutti.
In alto i cuori!