Giornata Internazionale della democrazia e presentazione di due proposte referendarie -
la democrazia è un diritto umano!
15 settembre - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha indetto nel 2007 questa giornata come giorno della democrazia. La democrazia è un diritto umano! L'Assemblea ricorda così quanto è scritto nell'art. 21 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948:
„Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti. “ e aggiunge al paragrafo 3:
„La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.“
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in merito a questa giornata celebrativa sottolinea che la democrazia è un processo con un obiettivo chiaro: la realizzazione di questo diritto. E pone in rilievo che l'ideale della democrazia può essere realizzato e divenire un beneficio per tutti soltanto se viene perseguito da tutti: dalla comunità internazionale, dalle istituzioni nazionali, dalla società civile e da ogni singola persona.
Democrazia quindi già durante il suo formarsi non significa delega, ma partecipazione di tutti: è richiesto l'impegno di tutti!
Noi come Iniziativa per più democrazia, e con noi molte organizzazioni della società civile e soprattutto decine di migliaia di cittadini della nostra provincia - ricordiamo qui soltanto i 114.884 cittadini che nella votazione referendaria del 2009 hanno votato a favore della nostra proposta per una democrazia diretta completa e ben praticabile - ci impegniamo in questo senso da un quarto di secolo con serietà e convinzione.
Contro l'opposizione e la forte riluttanza della maggioranza governativa a partecipare a questo processo e allo sviluppo della democrazia nel nostro territorio.
Chi governa non soltanto non si impegna di propria iniziativa per un continuo miglioramento della democrazia, ma nemmeno da seguito alla richiesta da parte della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite di eliminare limitazioni e ostacoli eccessivi all'esercizio dei diritti politici di partecipazione. Sia lo Stato italiano sia la Provincia di Bolzano hanno disatteso il termine posto dalla Commissione. Abbiamo provato invano a spingere la maggioranza politica ad assolvere il proprio compito.
Per questo facciamo un ulteriore passo, un passo di natura del tutto nuova!
Tramite il diritto conquistato di poter DECIDERE NOI STESSI cosa debba valere. Proprio così come sta scritto nella Carta dei Diritti umani, ovvero partecipare direttamente.
Ieri, 14 settembre, abbiamo presentato alla Presidenza del Consiglio due richieste referendarie. Si tratta di due disegni di legge sui quali dovranno decidere i cittadini della provincia il prossimo anno in una votazione referendaria. Se 15.000 cittadine e cittadini altoatesini lo richiederanno con la propria firma!
Votazione referendaria su che cosa?
1. Su quanto la Commissione per i Diritti Umani dell'ONU ha chiesto all'Italia e con ciò anche alla nostra provincia: rendere più agevole l'utilizzo del diritto politico di partecipazione
- tramite una cerchia più ampia di persone che possono esercitare il diritto di autenticazione delle firme, cerchia che qui da noi rischia di essere ristretta ulteriormente;
- tramite l'introduzione della raccolta firme on-line, che in tempi di Covid-19 dovrebbe essere resa possibile senza indugio, e che invece è stata esplicitamente respinta dalla maggioranza del Consiglio regionale;
- un'informazione istituzionale su richieste referendarie presentate, cosa ovvia anch'essa, e
- l'abbassamento del numero delle firme da raccogliere per i diversi strumenti di democrazia diretta, così com'è previsto dallo stesso Statuto di Autonomia.
2. Sull'introduzione del Gran Consiglio dei cittadini. Sì certo, ora possiamo aiutarci noi stessi. Ma abbiamo bisogno di opportunità organizzate per poter comunicare, approfondire e accordarci in modo ben informato e con la partecipazione di tutti in merito alle grandi e difficili questioni incombenti. Come purtroppo non avviene in Consiglio provinciale.
Un Consiglio formato da cittadini estratti a sorte e composto in modo che rispecchi la composizione della società. Non stiamo inventando nulla di nuovo. Questi Consigli sono già attivi in molti paesi del mondo per discutere, in modo indipendente dai governi, delle questioni più difficili. Soprattutto sulla catastrofe climatica incombente. Quest'ultima rende evidente che stiamo vivendo in modo insostenibile sia per la terra che in senso umano, e per questo nella nostra proposta prevediamo l'istituzione obbligatoria di un primo Gran Consiglio sulla crisi climatica. Esso dovrà essere indetto entro tre mesi dell'entrata in vigore della legge.
Una commissione composta da giudici estratti a sorte ora deve valutare entro un mese l'ammissibilità delle nostre proposte, vale a dire entro metà ottobre. Successivamente dovranno essere stampati e inviati ai comuni i moduli per la raccolta firme e il materiale informativo. Da inizio novembre gli aventi diritto al voto potranno dunque sostenere le due proposte con la propria firma. Se riusciamo a raccogliere le firme necessarie ancora entro l'anno, la votazione referendaria si potrebbe svolgere ancor prima della prossima estate.
Se non viene fatto quel che è necessario, allora ci aiutiamo da noi.
Adesso è possibile.
Ci vuole l'impegno di tutti noi.