Referendum salva referendum!
La democrazia diretta continua a sviluppare nella politica in Alto Adige la sua azione educativa e salutare. Nulla potrà essere deciso contro la volontà maggioritaria del popolo! Lo garantisce lo strumento del referendum. Esso dissuade la maggioranza politica dal varare leggi in contrasto con la palese volontà dei cittadini. La SVP aveva fatto nuovamente i primi passi per tentare di abrogare questo diritto politico (vedi informazioni dettagliate e documenti). Ora però il referendum confermativo voluto e fissato nello Statuto di autonomia dal Parlamento italiano nel 2001, previsto per tutelare i diritti democratici dei cittadini della nostra provincia, ha salvato l'altro referendum, quello che i cittadini hanno conquistato nel 2018 dopo una lunga lotta con la rappresentanza politica, e con il quale essi possono controllare direttamente anche la legislazione ordinaria del Consiglio provinciale.
Come risaputo, il presidente del Consiglio provinciale Josef Noggler a fine 2020 aveva presentato un disegno di legge che prevedeva, accanto all'eliminazione doverosa di manchevolezze procedurali nella legge provinciale 22/2018 sulla democrazia diretta e la partecipazione, niente meno che l'abolizione del referendum sulle leggi provinciali ordinarie. Inoltre, con questa proposta di legge si voleva cancellare anche la possibilità per i cittadini di indire un'Assemblea dei cittadini estratti a sorte. Entrambi gli strumenti non sono mai stati utilizzati dalla loro istituzione.
Giovedì 25/3 è iniziata la trattazione del disegno di legge di Josef Noggler nella Commissione legislativa del Consiglio provinciale. La legge provinciale che con questo si vuole modificare è una legge fondamentale, per la quale lo Statuto di autonomia (art. 47) richiede non solo che essa venga varata con la maggioranza assoluta, ma tutela anche la volontà popolare, prevedendo la possibilità di ricorrere al referendum prima che la legge entri in vigore. Quest'ultimo può essere richiesto da 8.000 cittadini e cittadine o sette consiglieri provinciali.
Qualora vi sia l'intento di modificare una tale legge, i cittadini possono esprimere il loro parere in merito in una votazione referendaria. Questo tipo di referendum non conosce quorum. Se la maggioranza non vota a favore, la modifica non entra in vigore.
Lo scorso anno il capogruppo SVP, Gert Lanz, aveva già fatto questo tentativo con un disegno di legge quasi uguale a quello di Josef Noggler. Ora sembra che la SVP abbia finalmente compreso che per una tale modifica avrebbe forse la maggioranza assoluta in Consiglio, ma che essa certamente non passerebbe il vaglio referendario dei cittadini. In Commissione con l'astensione dei consiglieri della SVP sono state accolte due proposte di modifica presentate dai consiglieri Alex Ploner e Myriam Atz Tammerle. Con queste due proposte sono stati cancellati i due articoli che prevedevano questi gravi interventi.
Rimane solo la domanda sul motivo per cui la SVP ha voluto fare questo secondo tentativo. Ha forse pensato di poter approfittare delle condizioni attuali dovute alla pandemia, che hanno tolto ai cittadini la possibilità di esercitare questo diritto di controllo diretto dell'attività legislativa, e si è scordata nel contempo che anche sette consiglieri provinciali hanno la facoltà di chiedere un referendum su una tale modifica di legge? Tutti i gruppi consiliari della minoranza erano pronti a firmare questa richiesta!