L'ultima parola ai cittadini: con il referendum!


ad referendum IINiente come il referendum obbliga alla collaborazione. La maggioranza SVP-Lega Salvini non vuole collaborare con altri, vuole governare da sola in modo autoritario. Perciò essa tenta di abolire il referendum. Senza fare i conti con i cittadini. L'ultima parola non spetta alla maggioranza in Consiglio. Con il referendum - come lo prevede lo statuto d'autonomia sulle leggi che determinano la democrazia – contro l'abolizione del referendum sulle leggi ordinarie, la società civile in Alto Adige deciderà sul futuro della politica nel proprio territorio: democrazia partitica e di potere o democrazia dei cittadini sotto l'insegna della collaborazione.

Il referendum, dopo la seduta del Consiglio provinciale ora in Alto Adige, non esiste più? No! Si va al referendum contro il tentativo di abrogarlo.
Questo lo garantisce in questo caso lo statuto di autonomia. Contro modifiche di leggi che determinano la democrazia provinciale, rispettivamente 8.000 cittadini o sette consiglieri provinciali possono richiedere il referendum. Questo diritto è diritto costituzionale.
Non temiamo che i cittadini si tolgano da sé il loro strumento di controllo.

La nostra grande preoccupazione riguarda invece la politica determinata dall'attuale maggioranza  SVP-Lega Salvini.
Nel novembre 2020, in pieno periodo di pandemia, con i cittadini senza possibilità di difendersi, il presidente del Consiglio J. Noggler presenta un disegno di legge lasciato cadere dalla SVP un anno prima, che prevede la cancellazione di uno dei due pilastri della democrazia diretta. In primavera 2021 questo intento non trova la maggioranza necessaria nella commissione legislativa. Ora, proprio nell'ultimo momento possibile all'inizio della trattazione in aula, il rappresentante di Forza Italia presenta un emendamento che ripresenta l'abolizione del referendum. La maggioranza SVP-Lega Salvini lo approva. Il presidente della Giunta Kompatscher, nello stesso momento nel quale dichiara quanto esso sia favorevole alla partecipazione dei cittadini, dichiara di voler votare per l'abolizione dello strumento cardine della democrazia diretta. Esso è stato introdotto con la legge deliberata nel 2018 in seguito ad un processo partecipativo al quale hanno partecipato 70 organizzazioni e centinaia di cittadini di tutta la provincia. Il presidente della Giunta lo giustifica con la presunta incostituzionalità. In realtà però la legge è stata al vaglio dell'istituzione competente a Roma senza essere impugnata davanti alla Corte Costituzionale. Questo a differenza di veramente molte leggi che sono state varate ben sapendo che sarebbero state respinte o impugnate dal governo. In più ha motivato l'abrogazione del referendum asserendo che comprometterebbe l'attività legislativa. In realtà esso non è mai stato applicato. Ciò nonostante ha avuto il suo effetto peculiare: Con la possibilità di poter lanciare il referendum contro un disegno di legge, la maggioranza finalmente è tenuta a parlare anche con la minoranza e a praticare forme nuove di collaborazione.

Il referendum più di altro garantisce la collaborazione politica. La maggioranza SVP-Lega Salvini non vuole la collaborazione. Essa vuole governare da sola in modo autoritario. È questa l'unica ragione per la quale la maggioranza vuole ora abolire il referendum. Per l'Iniziativa per più democrazia invece l'introduzione del referendum è stato il passo decisivo verso una democrazia di concordanza.

Le élite che ci governano dal dopoguerra ci hanno portati a problemi immensi facendo della politica un campo di battaglia sul quale si sono imposti nella maggioranza dei casi gli interessi particolari più prepotenti. Con questi problemi non ci possiamo confrontare diversamente in modo fiducioso se non puntando alla collaborazione di tutti: di tutti i rappresentanti politici tra di loro e con i cittadini.
Con questa decisione del Consiglio provinciale la società civile in Alto Adige così ora è posta davanti a una scelta di fondo. Con questo referendum si deciderà se vogliamo continuare a dover vivere con questa politica della lotta per il potere e la supremazia di pochi o se vogliamo vivere in una democrazia dei cittadini contrassegnata da un dialogo e un accordarsi di reciproco rispetto su ciò che va fatto.

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