PRESENTATO IN CONSIGLIO PROVINCIALE IL DOPPIO DELLE FIRME RICHIESTE PER SALVARE IL REFERENDUM CON IL REFERENDUM
DALL'UNA VA DETTO - la maggioranza governativa ha creato il movente più superfluo immaginabile per un referendum confermativo comprensibile per nessuno e per il quale la responsabilità unica ricade su di essa in quanto e stata ammonita in tempo di fare questo passo;
DALL'ALTRA INVECE - sappiamo ora che i cittadini sanno difendersi e che abbiamo a che fare con una maggioranza governativa che non ha nessun ritegno nel voler raggirare i cittadini.
Il referendum confermativo è una necessità obbligata! Questo la maggioranza governativa non lo poteva meglio dimostrare se non appunto volendo abrogare questo strumento. Per essa i motivi devono essere veramente forti per doversi presentare come rappresentanza di governo che vuole limitare drasticamente i diritti politici dei cittadini. Il motivo determinante non può essere altro che essa sappia solo imporre autocraticamente le proprie posizioni ed è fondamentalmente incapace di collaborare.
Noi cittadini vogliamo poter esercitare il nostro diritto al referendum e all'iniziativa! Rivendichiamo l'introduzione della raccolta firme online. Petizione rivolta al Consiglio e alla Giunta provinciali.
Da ormai più di un anno noi cittadini non possiamo esercitare il nostro diritto di codeterminazione democratica garantito dallo Statuto di autonomia e da un'apposita legge provinciale. Sotto le attuali condizioni mirate ad arginare la pandemia è semplicemente impossibile poter raccogliere le firme di sostegno necessarie per praticare questo diritto.
Molto è stato fatto per far funzionare la vita pubblica, per poter lavorare, far funzionare la scuola e l'istruzione sotto le restrizioni vigenti utilizzando strumenti digitali. Niente invece si è fatto per rendere praticabili questi diritti politici! Non vi è proprio stato pensato. Eppure sarebbe stato così semplice per la Giunta provinciale istituire la raccolta firme online nella forma già prevista dalla proposta di legge Schuler del 2011. Al contrario, è stato invece tentato di sfruttare queste condizioni avverse per limitare nuovamente questi diritti di codeterminazione dei cittadini.
Anche se tardi, almeno il Parlamento italiano nella legge di bilancio ha posto le basi giuridiche per l'istituzione della raccolta firme online. Questa ora va resa attuabile entro il 2021. Questo vale anche per l'Alto Adige!
L'assoluta urgenza di agire tutti insieme in modo organizzato in questo tempo di crisi generale non permette di aspettare un anno intero, e in Alto Adige magari addirittura oltre, che sia ristabilita la possibilità di esercitare questo dritto politico. I diritti referendari devono poter essere esercitati sempre e non solo tra un anno!
Per questo l'Iniziativa per più democrazia in questi giorni lancia una petizione sulla piattaforma online change.org rivolta al Consiglio e alla Giunta provinciali con la quale esige che venga istituita immediatamente la raccolta firme online in Alto Adige. Essa dovrà essere utilizzabile in modo semplice e senza ulteriori ostacoli burocratici da tutti i cittadini con accesso a internet.
Questa iniziativa è sostenuta e diffusa da molte piccole e grandi organizzazioni.
Qui puoi scaricare il modulo per la raccolta a mano di firme per la petizione e Ti preghiamo di diffondere la PETIZIONE
Anche con una semplice petizione si possono raggiungere obiettivi se viene sostenuta non da mille, ma da dieci- o ventimila cittadini. Il piccolissimo impegno richiesto vale la pena!
La democrazia diretta continua a sviluppare nella politica in Alto Adige la sua azione educativa e salutare. Nulla potrà essere deciso contro la volontà maggioritaria del popolo! Lo garantisce lo strumento del referendum. Esso dissuade la maggioranza politica dal varare leggi in contrasto con la palese volontà dei cittadini. La SVP aveva fatto nuovamente i primi passi per tentare di abrogare questo diritto politico (vedi informazioni dettagliate e documenti). Ora però il referendum confermativo voluto e fissato nello Statuto di autonomia dal Parlamento italiano nel 2001, previsto per tutelare i diritti democratici dei cittadini della nostra provincia, ha salvato l'altro referendum, quello che i cittadini hanno conquistato nel 2018 dopo una lunga lotta con la rappresentanza politica, e con il quale essi possono controllare direttamente anche la legislazione ordinaria del Consiglio provinciale.
Giovedì 22 luglio, 37 cittadine e cittadini provenienti da tutta la provincia hanno presentato in Consiglio provinciale la richiesta di referendum contro la modifica della legge 22/2018 sulla democrazia diretta e la partecipazione votata l'11 giugno dalla SVP assieme alla Lega Salvini. Con questa modifica prima di tutto si vuole cancellare dalla legge il referendum sulle leggi ordinarie e non sarebbe più garantita una oggettiva informazione istituzionale con l'opuscolo referendario. In più ai cittadini verrebbe tolto il diritto di indire consigli di cittadini estratti a sorte.
Questo spudorato taglio dei nostri diritti di codeterminazione può essere e sarà respinto dalla popolazione altoatesina con il referendum confermativo come lo prevede lo statuto di autonomia.
Non ci facciamo togliere il referendum! Lanciamo il referendum confermativo a tutela delle leggi fondamentali (previsto dallo statuto di autonomia) a difesa di quello previsto dalla legge provinciale 22/2018 per le leggi ordinarie!
È il nostro potere di controllo, il nostro diritto di veto, non è solo la metà della democrazia diretta, bensí il suo elemento cardine. Con esso i cittadini possono riprendersi il diritto decisionale su una decisione presa nel loro nome dalla rappresentanza politica. La sovranità in una democrazia appartiene ai cittadini. Così lo stabilisce la Costituzione italiana (art. 1) e la maggior parte delle costituzioni europee.
CHI LAVORA AL SERVIZIO DELL'INTERESSE GENERALE E PER IL BENE COMUNE NON TEME IL REFERENDUM!
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE J. NOGGLER, SU INCARICO DA PARTE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA, VUOLE CANCELLARE IL REFERENDUM, LO STRUMENTO DI CONTROLLO DEI CITTADINI. IN PIÚ NON DOVREBBE SPETTARE A LORO INDIRE UN CONSIGLIO DEI CITTADINI.
QUESTI DIRITTI POLITICI SONO STATI CONQUISTATI ATTRAVERSO UN QUARTO DI SECOLO DA MIGLIAIA DI CITTADINI E IN ULTIMA ISTANZA TRAMITE UN PROCESSO LEGISLATIVO PARTECIPATO.
La rappresentanza politica utilizza il potere politico, conferitole dai cittadini, per escluderli di intervenire sulla formazione della democrazia stessa riservandola a sé stessa come diritto esclusivo. Caratterizza il sistema politico attuale il fatto che lo determinano coloro sui quali pesa il pericolo maggiore di sfruttarlo ai propri fini e per espandere il loro potere. A nostro avviso questo è l'errore di fondo nel nostro sistema politico, è l'errore di sistema. Finché esso non sarà eliminato a favore di una democrazia aperta, non saranno superabili tutti i problemi prodotti nell'attuale „sistema democratico“.
Niente come il referendum obbliga alla collaborazione. La maggioranza SVP-Lega Salvini non vuole collaborare con altri, vuole governare da sola in modo autoritario. Perciò essa tenta di abolire il referendum. Senza fare i conti con i cittadini. L'ultima parola non spetta alla maggioranza in Consiglio. Con il referendum - come lo prevede lo statuto d'autonomia sulle leggi che determinano la democrazia – contro l'abolizione del referendum sulle leggi ordinarie, la società civile in Alto Adige deciderà sul futuro della politica nel proprio territorio: democrazia partitica e di potere o democrazia dei cittadini sotto l'insegna della collaborazione.
Il referendum, dopo la seduta del Consiglio provinciale ora in Alto Adige, non esiste più? No! Si va al referendum contro il tentativo di abrogarlo. Questo lo garantisce in questo caso lo statuto di autonomia. Contro modifiche di leggi che determinano la democrazia provinciale, rispettivamente 8.000 cittadini o sette consiglieri provinciali possono richiedere il referendum. Questo diritto è diritto costituzionale. Non temiamo che i cittadini si tolgano da sé il loro strumento di controllo.
La nostra grande preoccupazione riguarda invece la politica determinata dall'attuale maggioranza SVP-Lega Salvini. Nel novembre 2020, in pieno periodo di pandemia, con i cittadini senza possibilità di difendersi, il presidente del Consiglio J. Noggler presenta un disegno di legge lasciato cadere dalla SVP un anno prima, che prevede la cancellazione di uno dei due pilastri della democrazia diretta. In primavera 2021 questo intento non trova la maggioranza necessaria nella commissione legislativa. Ora, proprio nell'ultimo momento possibile all'inizio della trattazione in aula, il rappresentante di Forza Italia presenta un emendamento che ripresenta l'abolizione del referendum. La maggioranza SVP-Lega Salvini lo approva. Il presidente della Giunta Kompatscher, nello stesso momento nel quale dichiara quanto esso sia favorevole alla partecipazione dei cittadini, dichiara di voler votare per l'abolizione dello strumento cardine della democrazia diretta. Esso è stato introdotto con la legge deliberata nel 2018 in seguito ad un processo partecipativo al quale hanno partecipato 70 organizzazioni e centinaia di cittadini di tutta la provincia. Il presidente della Giunta lo giustifica con la presunta incostituzionalità. In realtà però la legge è stata al vaglio dell'istituzione competente a Roma senza essere impugnata davanti alla Corte Costituzionale. Questo a differenza di veramente molte leggi che sono state varate ben sapendo che sarebbero state respinte o impugnate dal governo. In più ha motivato l'abrogazione del referendum asserendo che comprometterebbe l'attività legislativa. In realtà esso non è mai stato applicato. Ciò nonostante ha avuto il suo effetto peculiare: Con la possibilità di poter lanciare il referendum contro un disegno di legge, la maggioranza finalmente è tenuta a parlare anche con la minoranza e a praticare forme nuove di collaborazione.
Il referendum più di altro garantisce la collaborazione politica. La maggioranza SVP-Lega Salvini non vuole la collaborazione. Essa vuole governare da sola in modo autoritario. È questa l'unica ragione per la quale la maggioranza vuole ora abolire il referendum. Per l'Iniziativa per più democrazia invece l'introduzione del referendum è stato il passo decisivo verso una democrazia di concordanza.
Le élite che ci governano dal dopoguerra ci hanno portati a problemi immensi facendo della politica un campo di battaglia sul quale si sono imposti nella maggioranza dei casi gli interessi particolari più prepotenti. Con questi problemi non ci possiamo confrontare diversamente in modo fiducioso se non puntando alla collaborazione di tutti: di tutti i rappresentanti politici tra di loro e con i cittadini. Con questa decisione del Consiglio provinciale la società civile in Alto Adige così ora è posta davanti a una scelta di fondo. Con questo referendum si deciderà se vogliamo continuare a dover vivere con questa politica della lotta per il potere e la supremazia di pochi o se vogliamo vivere in una democrazia dei cittadini contrassegnata da un dialogo e un accordarsi di reciproco rispetto su ciò che va fatto.
I diritti politici devono essere praticabili anche in tempi difficili
Nei primi di novembre sarebbe dovuta iniziare la raccolta delle firme per le due iniziative referendarie sostenute da molte organizzazioni tese alla possibilità di „sostegno più semplice di iniziative referendarie“ e alla „introduzione del Gran Consiglio dei cittadini estratti a sorte“. Gli sviluppi della pandemia l'hanno reso impossibile. Questa situazione a metà settembre, quando abbiamo presentato le richieste referendarie, non era prevedibile. Tanto più importante sarebbe stato ora aver a disposizione già ora le agevolazioni rivendicate come p.e. la raccolta firme digitale.
E come se non bastasse, l'Iniziativa per più democrazia è confrontata con una commissione prevista dalla legge sulla democrazia diretta che ha respinto indistintamente entrambe le due proposte referendarie, adducendo che la materia sarebbe riservata al Consiglio provinciale.
L'Iniziativa per più democrazia a questo punto rivendica la praticabilità dei diritti politici:
1. In un momento nel quale il lavoro, la scuola, l'amministrazione, la cultura sempre più si adeguano per essere praticati anche a distanza, nessuno pensa minimamente a quanto è più importante nella nostra democrazia e cioè all'esercizio dei nostri diritti politici. Questi devono poter essere sempre praticabili. L'Iniziativa per più democrazia perciò ora si concentra sull'introduzione della raccolta firme digitale affinché i cittadini e le cittadine possano praticarli anche quando le condizioni lo rendono difficile. L'Iniziativa per più democrazia cercherà di convincere la rappresentanza politica di attivarsi a tal fine. In più saranno raccolte firme di sostegno per una proposta di legge nazionale per l'introduzione del Consiglio dei cittadini estratti a sorte in forma digitale e sarà ricercata la loro validità attraverso il ricorso all'autorità giudiziaria. Questa strategia sarà perseguita, se necessario, anche per le iniziative referendarie locali.
2. L'Iniziativa per più democrazia, con una cosiddetta azione popolare, ricorre al giudizio del tribunale di Bolzano affinché venga annullata la dichiarazione di inammissibilità della commissione. Essa, ad avviso dell'Iniziativa e secondo il giudizio di esperti di diritto, è priva di un fondamento giuridico valido ed è solo frutto di una inaccettabile deduzione interpretativa.
Data questa situazione, contiamo che la raccolta delle firme potrà iniziare solo nel nuovo anno.
Dieses Portal verwendet Cookies zur Optimierung der Browserfunktion.Wenn Sie mehr über die von uns verwendeten Cookies und deren Löschung erfahren möchten, ziehen Sie bitte unsere Datenschutzbestimmung zu Rate.Datenschutzbestimmung.